Categoria: Comunicazioni

Trufolo (Pli):”Il 25 Aprile ci ricorda che la libertà va costruita e difesa ogni giorno”

Per il Partito Liberale il 25 aprile è la ricorrenza più importante di tutte le altre. Non rappresenta soltanto la liberazione dell’Italia dell’occupazione nazifascista, ma anche la rinascita dei valori liberali su cui si fonda la nostra Repubblica.

Lo dice il segretario nazionale del partito liberale italiano Grazio Trufolo in una nota in cui ricorda che la resistenza non fu solamente un moto armato ma un movimento morale e politico che vide protagonisti donne e uomini di diverse idee politiche uniti dal rifiuto della tirannide.

“Al fronte i liberali diedero un contributo fondamentale – sottolinea Grazio Trufolo- basta ricordare Edgardo Sogno ,medaglia d’oro alla resistenza e non solo lui. Ricordo a me stesso che Sogno è stato un dirigente di primo piano del PLI. Oggi più che mai, in un tempo in cui i principi di libertà vengono talvolta dati per scontati ma tutti sappiamo che non è affatto vero, dobbiamo riscoprire la forza di quella stagione.

Essere liberali significa difendere la dignità delle persone, la libertà di espressione. Significa ricordare che la libertà non si impone ma si costruisce giorno dopo giorno, con il dialogo, la responsabilità e l’impegno civile. Il 25 aprile è un patrimonio di tutti ma è anche per noi liberali un richiamo costante al nostro ruolo nella storia e alla responsabilità di costruire e difendere, con fermezza quella libertà costruita con coraggio e sacrificio”

logo e simbolo del Partito Liberale Italiano

Scontro Pd-M5s:per i Liberali intesa traballante e segnali inquietanti che minano la credibilità delle istituzioni

Lo scontro recente tra i rappresentanti dei due maggiori partiti dell’attuale maggioranza cittadina ripropone con sempre maggiore vigore la traballante intesa tra due soggetti politici in forte competizione tra loro (PD e M5S) non solo per la tanto agognata conquista della leaderschip all’interno del centro sinistra (o di quel che ancora rimane), quanto piuttosto per l’indicazione della via maestra ove dirigere la stessa azione amministrativa, di cui non è neppure possibile cogliere segnali positivi.
È l’analisi del gruppo locale del Partito Liberale dopo lo scontro tra capigruppo di Pd e M5s.
“l grido di allarme lanciato dal capogruppo del PD, a proposito della “gestione ristretta” del M5S dei fondi per il turismo- sostiene il Pli- non può rimanere inascoltato, specie se, a farvi da cornice, concorrono le reazioni di chi, da fronte opposto alla Giunta di Governo, giustamente, ha inteso stigmatizzare il significato dato alle più recenti nomine uscite fuori dal cilindro del “Modello Gela”, tanto caro all’On.le Di Paola.
Avvertiamo altrettanta forte inquietudine nell’ascoltare le parole del Consigliere Castellana che, lanciate dai banchi della stessa maggioranza cui appartiene il Dr. Orlando, non hanno mai inteso fugare dubbi sulla questione, concentrate come sono verso la sola invettiva, il dileggio e l’offesa personale di un suo alleato. Quelle del Capogruppo del PD sono e restano dichiarazioni dai toni “forti” e di chiaro significato: il PD con quelle nomine, non c’entra nulla. Se responsabilità ci sono, quelle sono – o dovrebbero essere – tutte dell’altro partito.
Non è qui certamente compito di noi Liberali assumere la difesa dell’uno o dell’altro dei due partiti, lontani come sempre sono stati dalle nostre idee, ma di tale scontro non possiamo fingere che nulla sia percepibile.
L’assenza di una chiara argomentazione volta al dovuto chiarimento sulla vicenda, lontana dall’ingiuria, ripropone in se tutti i limiti di un modello di gestione degli stessi fondi pubblici che pure dovrebbero servire a dar respiro e rendere concreta una prospettiva di vera crescita collettiva, estranea ad ogni forma anche di tendenziale individualismo, in una comune condivisione di scelte responsabili e autenticamente valide da parte di tutti coloro i quali abbiano voluto ambire a sedere sui posti di comando, assumendo infine il peso della responsabilità del governo della cosa pubblica. Governare e far politica non deve mai far dimenticare l’etica della responsabilità, il significato più profondo del peso assunto nei confronti degli stessi amministrati e dei cittadini tutti.
Se il PD dichiara di tirarsi indietro sulle scelte dell’amministrazione, vuol dire che le decisioni di Giunta non sono mai state condivise, difettando la stessa dichiarata collegialità espressa nei suoi indirizzi di governo. Sicuramente che, quantomeno quelle recenti scelte sui soggetti chiamati a dare attuazione ai importanti progetti di sviluppo e di coesione sociale, hanno avuto precise “indicazioni” probabilmente o molto verosimilmente (per restare fedeli alle dichiarazioni del Dr. Orlando) provenienti da una sola forza di maggioranza, sia pure a fronte delle indiscutibili discrezionalità offerte dalla stessa legge quanto alle stesse formalità di incarico.
Nell’uno e nell’altro caso, siamo di fronte a segnali davvero inquietanti che minano la credibilità delle stesse istituzioni locali e di chi ne faccia parte.Avremmo preferito ascoltare parole più distensive dal Consigliere Castellana, trarre nel suo intervento a difesa del suo partito argomenti validi e idonei a rassicurare tutti che quelle del Dr. Gaetano Orlando erano – o potevano essere – parole rivolte magari all’invito per un riequilibrio interno tra le forze di maggioranza, non certamente apprendere (sia pure in forma non troppo larvata) che all’interno della Giunta di Governo la questione morale è ormai diventata un valore della politica caduto nella completa desuetudine e che il dibattito politico e il confronto tra idee opposte, anima della democrazia, ha ormai perso qualunque suo significato per diventare occasione per ingiuriare e offendere l’avversario”

I liberali non vedono all’orizzonte segni positivi. “Il freddo clima dello scontro apertosi in occasione delle recenti elezioni provinciali non ha più possibilità di essere mitigato dai più dolci venti della primavera, sopraffatti dai rigidi venti di tramontana destinati a cancellare quel che ancora rimane dell’esperienza di questa consiliatura, già adombrata da oscure nubi che già preannunciano l’imminente tempesta sull’intera città di Gela”- concludono.

Pli contro il voto di secondo livello per la Provincia, “Di Stefano incoerente e forti rischi da liste civiche”

Sicuramente, non stanno con il “modello Gela” del sindaco Di Stefano e ci tengono a ribadirlo. All’indomani del congresso cittadino di Fratelli d’Italia, al quale non sono stati invitati, inoltre, hanno espresso parole dure verso alcuni dirigenti meloniani, indicati come “impresentabili”. I liberali, in giornata, si sono incontrati per fare il punto nella prospettiva delle provinciali. Il sistema del voto di secondo livello, aperto solo a sindaci e consiglieri comunali, non li convince per nulla e alla fine hanno rilasciato un documento da sottoporre ai vertici nazionali, per perorare il ritorno al voto diretto dei cittadini, “con il sistema proporzionale”.

Nel corso della discussione, l’ex assessore Giuseppe D’Aleo, che fa parte del gruppo Pli, ha voluto riferire che la presenza massiccia, sul territorio, di liste civiche pone rischi evidenti. “L’eccessivo proliferare di liste civiche e le stesse anomale alleanze politiche con cui risultano costruite le maggioranze dei governi locali, Gela ne è purtroppo l’esempio più evidente, rischiano di tagliare fuori da una vera strategia di sviluppo proprio quei territori che, in quanto più fragili, avrebbero bisogno di maggiore attenzione invece che essere lasciati, come purtroppo rischia di accadere, ai margini dell’azione politica, in una posizione residuale rispetto ad altre realtà in cui è più visibile una armonica e coerente concentrazione di forze politiche rette da una comune visione identitaria che, in quanto espressione della stessa rappresentanza politica nazionale, è anche garanzia di una possibile strategia di lungo periodo, in quanto tale capace di imprimere una direzione di sviluppo armonico tra più territori vicini. Il pericolo è certamente concreto, visto che il sistema di elezione imposto dalla riforma della rappresentanza degli enti di vasta area – ha detto l’avvocato – vede nei singoli consiglieri comunali in carica i possibili candidati all’elezione dei relativi organi rappresentativi e al tempo stesso anche i loro unici possibili elettori, impedendo che siano invece i singoli cittadini a scegliere i loro rappresentanti e decidere democraticamente con il voto la direzione politica del governo del loro territorio verso l’una o l’altra delle possibili offerte politiche della stessa rappresentanza democratica del Paese.

Con queste condizioni si rischia davvero che alleanze politiche studiate a tavolino solo per contingenti necessità elettorali legate all’elezione di singoli candidati, il più delle volte composte da liste o gruppi privi di una loro identità, storia e visione politiche, vanifichino l’idea stessa posta alla base di un sistema elettorale di tal fatta, secondo cui il governo delle comunità locali debba avere una sua diretta proiezione anche in quello degli enti di vasta area cui appartengono, per una sorta di continuità delle linee programmatiche dell’azione del governo delle realtà locali che nei fatti diventa pressoché impossibile vederla soddisfatta.

A proposito di Gela, per esempio, dove appare più evidente il carattere disomogeneo della maggioranza di governo e dove più di ogni altro risulta essere stata decisiva la strategia delle concentrazioni di liste civiche a supporto delle elezioni del sindaco, le linee programmatiche del governo cittadino sembrano essere decisamente incompatibili con il governo della provincia, annoverando tra i suoi obbiettivi, guarda caso, l’uscita di Gela dalla provincia di Caltanissetta, il che rimanda all’importanza di un’elezione diretta dei relativi organi di governo e della loro diretta derivazione dal solo voto popolare”. Sempre all’incoerenza politica del sindaco Di Stefano rimanda anche il medico Gianni Incardona, che coordina il gruppo locale Pli. “Quella che sta accadendo in città è una vicenda veramente paradossale, per non dire imbarazzante. La stessa sinistra che nel Paese e nella Regione Siciliana pretende di essere alternativa alla destra, qualificandosi come forza di opposizione alle stesse maggioranze di governo, in città è invece forza organica agli stessi partiti del centrodestra e indica, come candidato alla presidenza del Libero Consorzio di Caltanissetta, il sindaco Di Stefano che, esponente di una lista civica dichiaratamente lontana dai partiti nazionali, ha indicato nel suo programma elettorale l’adesione alla Città metropolitana di Catania.

Ha legato alla sua giunta l’assessore Franzone, che già era stato promotore di quella raccolta firme che ha poi decretato con voto referendario l’uscita di Gela dalla Provincia di Caltanissetta per entrare a far parte della Città metropolitana di Catania. Da ultimo, la stessa giunta municipale, guidata dall’attuale sindaco candidato alla presidenza della Provincia di Caltanissetta, ha recentemente conferito apposito mandato a un legale per agire contro la Regione Siciliana che ancora non ha ritenuto di conformarsi all’esito referendario che vorrebbe Gela tra i Comuni della Città metropolitana di Catania e non più tra quelli di Caltanissetta – spiega Incardona – insomma, una vera torre di Babele che rischia di allontanare i cittadini dalla politica e di isolare sempre di più la città dal resto della provincia, qualunque sia il risultato delle ormai imminenti elezioni provinciali”.

Dello stesso avviso è l’ingegnere Ignazio Russo, altro esponente locale del Pli. “Un consigliere comunale che voglia essere serio e coerente rispetto alle sue battaglie non può candidarsi a una carica che sia del tutto incompatibile alle idee cui dice di ispirarsi, se non a rischio di apparire ridicolo oltre che del tutto incoerente. Se hanno detto di volere inseguire la via per Catania – ha sottolineato – gli attuali consiglieri della maggioranza e il sindaco abbandonino l’idea di candidarsi per la Provincia di Caltanissetta, evitando di isolare la città dal resto della provincia e di ridicolizzarla”.

direttivo partito liberale

Verbale Della direzione Nazionale PLI Del 13/03/2024

Il giorno 13 marzo 2024 alle ore 11,00 in Roma presso l’istituto Nazareth in Via Cola di Rienzo si è riunita la direzione Nazione del PLI. Ha aperto i lavori il Presidente Stefano de luca formulando un breve intervento sulla situazione politica nazionale che presenta un quadro disarmante, occupato da due coalizioni maggiori rissose e fondamentalmente inconcludenti, anche se bisogna dare atto che la Presidente del
Consiglio G. Meloni, principalmente sul piano internazionale, ha assunto posizioni determinate e fondamentalmente condivisibili.
Il cosiddetto III polo di centro, che dovrebbe raccogliere l’area liberale e democratica è purtroppo litigioso e inconsistente ed alla continua ricerca di alleanze contraddittorie.

Prende la parola il Segretario Nazionale Grazio Trufolo, che dichiara di condividere nella sostanza le indicazioni politiche fornite dal Presidente e si sofferma sulla urgente necessità di dare un assetto organizzativo del partito, dopo oltre un anno e mezzo di attesa che si risolvesse definitivamente il fastidioso conflitto giudiziario con un gruppo di insorti, che cambiando tutte le password , si sono impadroniti del sito, delle credenziali del giornale Rivoluzione liberale, delle mail e di tutti gli altri
strumenti informatici del PLI.

Nonostante la recente seconda ordinanza collegiale favorevole del Tribunale di Roma che ha rigettato, come la precedente, le pretestuose richieste degli insorti, quest’ultima volta con una motivazione più approfondita che esplicitamente riconosce quale presidente del partito Stefano de Luca e quindi legittimando il nostro gruppo organizzato, ovviamente il giudizio procede nel merito. Il partito è entrato quindi nella determinazione dopo, una troppo lunga attesa, di riprendere in pieno tutte le proprie attività. Comunica che dalla data odierna è aperto il tesseramento 2024 che prevede la quota annuale di € 20,00 (€ 15 per coloro i quali hanno meno di 30 anni), oltre € 10,00 per l’acquisto del distintivo.

Informa di avere proceduto alla nomina di alcuni commissari regionali, cui farà tenere i regolari atti di nomina singolarmente. Comunica altresì di avere semplificato il modulo di iscrizione, che verrà esposto sul sito ww.partitoliberaleitaliano.org invitando al medesimo tempo a frequentare tale sito arricchendolo con scritti e comunicazioni di carattere territoriale.

Sulle comunicazioni del Segretario avviene una ampia discussione, cui prendono parte i partecipanti e viene rilevato il comune orientativamente ad avviare le procedure per un congresso straordinario da cominciare dopo il raggiungimento della cifra di 200 iscritti.

Chiudendo i lavori il Presidente comunica che la prossima riunione della Direzione Nazionale avverrà entro il mese di Aprile.

Il Segretario il Presidente

indagati

Tutti controllati senza essere indagati: il mostro và smantellato

La scoperta che un modesto finanziere possa aver avuto accesso, inizialmente si è detto ad ottocento fascicoli riservati, che da un primo approfondimento della Procura di Perugia sembrano essere stati molti di più, forse persino trentamila, oltre a sconvolgere, come è ovvio, fa insorgere un’altra gravissima preoccupazione sulla nostra sicurezza in generale. Sconvolge che quello che un giudice o un procuratore non possono farlo, è stato permesso alla Commissione Antimafia, non avvalendosi di magistrati, ma anche attraverso propri collaborarori di basso rango.
Una prima amara considerazione è che (in nome di una funzione di contrasto alla criminalità organizzata è diventata un superpotere senza controllo. La sinistra in tanti anni, grazie alla gravità del fenomeno, ha creato un vero e proprio mostro incontrollabile, Tale mostro va subito smantellato. La giustizia farà il suo corso per i reati commessi, ma il Parlamento deve intervenire per cancellare il sistema, la Procura Baronale antimafia dovrà attenersi alle regole che valgono per le altre procure territoriali. La motivazione mafiosa, reale o inventata, ha generato il mostro. Bisogna intervenire subito, per eliminare questa sorta di pascolo abusivo, gradito alla sinistra, e tornare alla normalità. Non possiamo più sentirci indagati e recuperare le nostre prerogative costituzionali di cittadini liberi. Altro che P2. Si tratta di qualcosa di molto più grave ed i liberali  devono denunciarlo con forza.

Senato della repubblica italiana

Emendamento ad personam “salva ineleggibili”

Approvato in commissione al senato l’emendamento ,ad personam, per salvare alcuni parlamentari nazionali, regionali ed alcuni consiglieri provinciali e comunali dei partiti di governo dalla causa di ineleggibilità.

A giudizio dei liberali è un atto vergognoso ed inqualificabile degno di un paese autocratico e illiberale, non certamente di un paese come l’Italia. Il Partito Liberale Italiano si augura che al senato l’emendamento venga bocciato a grande maggioranza. Siamo fortemente indignati

bandiera e simbolo partito liberale italiano

Convocazione direzione nazionale

Giorno 13 Marzo 2024 è convocata la Direzione Nazionale del P.L.I. a Roma in via Cola di Rienzo 140, allargata a tutti i dirigenti regionali.

L’ordine del giorno: organizzazione territoriale del partito ; varie ed eventuali.

Segretario Nazionale
Grazio Trufolo

Partito Liberale italiano, fondato sull'impostazione liberale, liberista e laica dello Stato.

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